Pop up. Un fossile di cartone animato

ideazione e regia Giulia Gallo e Giovanni Guerrieri con la collaborazione di Giulia Solano con Marta Capaccioli, Lucrezia Palandri e Paolo Romanini libri di Giulia Gallo ideazione luci Emiliano Curà realizzazione scene Paolo Romanini produzione Teatro...

ideazione e regia Giulia Gallo e Giovanni Guerrieri
con la collaborazione di Giulia Solano
con Marta Capaccioli, Lucrezia Palandri e Paolo Romanini
libri di Giulia Gallo
ideazione luci Emiliano Curà
realizzazione scene Paolo Romanini
produzione Teatro delle Briciole
nell’ambito del cantiere Nuovi sguardi per un pubblico giovane
con il sostegno della Regione Toscana
Progetto affidato ai Sacchi di Sabbia

età 3 – 6 anni

Animazione, suono e immagine si fondono nel nuovo capitolo del cantiere produttivo del Teatro delle Briciole Nuovi sguardi per un pubblico giovane.
Reinventando il libro animato in forma teatrale, Pop up intreccia le microstorie di un bambino di carta e di una piccola, enigmatica sfera: le evoluzioni ritmiche, cromatiche e sonore del loro rapporto, i loro incontri, le loro specularità, le loro trasformazioni.
La scansione cromatica dei diversi cartoon di cui si compone lo spettacolo è un mezzo potente per indagare le emozioni-base e per creare insiemi di associazioni tra sentimenti, forme e colori. La forma delle variazioni sul tema, assecondando musicalmente la ricerca rumoristica, si fa strumento flessibile per un’esplorazione sperimentale dell’immaginario infantile.
Le avventure del bambino e della sua piccola palla danno così origine a un gioco simbolico di geometrie e di metamorfosi che tocca aspetti centrali di quell’immaginario: la fantasia, l’invito, la minaccia, il sogno. Due attrici, che sono insieme animatrici, danno vita e voce ai due protagonisti di carta, giocando sull’apparizione delle figure e delle forme nel tempo, sugli intrecci di esse con i loro corpi, sul movimento e sull’illusione del movimento, sulla sincronicità tra voci e tra voci e immagini.
L’idea della reinvenzione scenica del libro pop up, la sfida di creare un cartone artigianale, una sorta di fossile di cartone animato nell’epoca del 3D, è la preziosa occasione per una riflessione sull’animazione, sulla saturazione e l’invasività delle sue tecniche contemporanee, per intraprendere una direzione più evocativa e meno aggressiva che lasci più spazio all’immaginazione nell’era della dittatura digitale. Ed è, anche, l’occasione per fondere sperimentalmente manipolazione, teatro d’oggetti e suoni, linee di ricerca amate da I Sacchi di Sabbia che ora per la prima volta vengono rivolte e confrontate con un pubblico infantile.


RASSEGNA

“Una vera meraviglia! Uno spettacolo raffinato, intelligente, ironico, capace di incantare i bambini e gli adulti, giochi di colore e suoni, ritmi di gesti e d’espressioni, nell’apparente semplicità delle forme, delle ripetizioni, continue sorprese, divertite citazioni, ilari rispecchiamenti, una nuova creazione dei Sacchi di Sabbia che, nella coerenza di una poetica profonda e giocosa ad un tempo, sa creare stupore, ogni volta esiti inattesi: davvero delizioso “Pop-up, un fossile di cartone animato” che, produzione delle Briciole, ha debuttato al Teatro al Parco la mattina per le scuole sapendo coinvolgere il pubblico attraverso una strana, buffa e colta coreografia di mini azioni… sfogliando libri!
Un microfono che dondola, le labbra che cercano di trasmettere il suono, parole che diverranno quindi presenze disegnate, ritagliate, apparizioni sullo sfondo, fantastiche visioni, banana, luna, lampadina… intanto s’intuisce la relazione tra le due protagoniste, Beatrice Baruffini e Serena Guardone, che, senza narratività, sperimentando accordi, litigi, sfide, solidarietà, dispetti, “leggendo” una serie di libri animati con vari colori come guida, giallo, blu, rosso, grigio…
Limpida astrazione in una ritualità di movimenti che evocano il gioco infantile e il più prezioso design: “Pop-up, un fossile di cartone animato” di Giulia Gallo e Giovanni Guerrieri vive in uno spazio d’oggetto squadrati, semplice razionalità d’ufficio, ma dai molti libri che via via saranno aperti in scena, germe d’esperienza del 3D con cartone e forbici, si sveleranno diversi mondi poetici, volando un razzo tra le stelle, moltiplicandosi alte le onde del mare, passeggiando minuscola Cappuccetto Rosso tra fissi boschi chiari.
Colori e musiche dialogano in atmosfere dolci e spiritose, tanta magia con brio tra tenerezza e allegria. Molte emozioni, anche di (fresca, leggera) paura, con la grande bocca dello squalo o quella del lupo. Senza rinunciare a stati d’animo più complessi, venati di malinconia, in particolare con il colore grigio. Bellissima la sequenza del “doppio”, con una figura piena che si rispecchia con il proprio vuoto nella pagina del libro, gemelli contrapposti in diversi passaggi che conducono quindi a superare i limiti, i confini, e andare “oltre”, come Alice dentro lo specchio…”
Valeria Ottolenghi, La Gazzetta di Parma, 21 febbraio 2013

“Ritornare al libro, in un’epoca saturata da tecnologie digitali e dilaganti scenari 3D, è gradevole, così come riscoprire ogni tanto carta, forbici e colori. Il Teatro delle Briciole di Parma e I Sacchi di Sabbia si sono messi in testa di reinventare il libro animato (quello che oggi si chiama “pop-up”), e di restituirlo in forma di artificio teatrale al pubblico infantile.
Nel 2010 il Teatro delle Briciole inaugura un cantiere di produzioni chiamato “Nuovi sguardi per un pubblico giovane”, incaricando compagnie di ricerca italiana di creare spettacoli per bambini.
Dopo Babilonia Teatri con “Baby don’t cry” e Teatro Sotterraneo con “La repubblica dei bambini”, nel 2013 ecco la nuova tappa del progetto con la partecipazione dei Sacchi di Sabbia. Vincitori di due premi Eti e del Premio Speciale Ubu 2008, in questi anni I Sacchi di Sabbia si sono distinti caratterizzando il proprio lavoro su linguaggi in bilico tra arti visive, danza, musica e la sperimentazione di luoghi performativi inconsueti.
Quest’ultimo lavoro, “Pop-up”, si sostanzia come un circuito di immaginari cartacei inseriti in una serie di libri animati, dove particolari tecniche di piegatura della carta creano l’illusione del movimento e della tridimensionalità. Una tecnica antica e artigianale, in grado di rendere una elaborata e suggestiva interattività tra libro e fruitore, e con cui il gruppo aveva già avuto modo di cimentarsi nello spettacolo del 2011 “Abram e Isac, sacra rappresentazione in cartoon”.
Partendo da un’idea semplice come le vicende di un bambino e della sua palla, si compongono in scena esplorazioni e intrecci di metamorfosi cartacee, miscelando ironia e illusioni evocative. Lo spettacolo si fonde in una permanenza sospesa di forme e colori, ben coniugandosi anche con un curato spazio musicale e adeguate manipolazioni rumoristiche.
Tengono, nonchè tendono, le redini della performance due attrici (Beatrice Baruffini e Serena Guardone) che, in veste di vere e proprie animatrici, nel senso letterale del termine visto che sono loro stesse a operare sui libri pop-up palesando figure e forme, giocano alla creazione di linee e geometrie di narrazione, coinvolgendo il giovanissimo pubblico in una parabola di fantasiose simbologie, sogni enigmatici e cromatiche associazioni emotive.
Assecondando le più disparate variazioni sul tema, compongono così strumenti delicatamente invasivi per confrontarsi con la sfera sentimentale dell’immaginario infantile.
Lontano da eccessive inventive fiabesce, “Pop-up” si materializza come una sintesi di teatro di figura e istrionismo interpretativo, dove l’inclinazione evocativa della mimesi nulla toglie al rigore di uno studio scenico raffinato e ingegnosamente delicato. Una buona occasione per avvicinare le nuovissime generazioni alle magie del teatro e dei libri.”
Andrea Alfieri, Krapp’s Last Post, 28 febbraio 2013